“Da dove inizio?”
Una semplicissima domanda a cui è così difficile trovare una risposta corretta.
Ma spesso la semplicità diventa complessa se avviciniamo lo sguardo.
Sono circa 9 anni che lavoro in questo mercato.
Più o meno da quando ero ancora un ragazzino appassionato di letteratura e di scacchi ed ero convinto che nella vita si potesse fare letteralmente ogni cosa.
La risposta alla domanda “da dove inizio” nella mia testa era “da tutto”.
Quando hai 20 anni puoi permetterti di pensarlo.
Ma più passa il tempo e più la risposta a quella domanda diventa complessa.
Credo di esser diventato più razionale. O forse ho solo imparato che nella vita dobbiamo imparare a giocarci al meglio le nostre carte.
Il fatto è che quella domanda oggi mi viene posta di continuo da centinaia di persone che ancora non hanno trovato la propria strada.
Non sempre è in quella forma, ma il significato non cambia:
“Dovrei lanciare un canale YouTube”
“Creo un’agenzia di Marketing?”
“Apro la mia newsletter?”
Detto in altri termini: da dove inizio?
Ecco il primo fatto importante: la risposta perfetta non esiste.
E il solo fatto di cercarla è una forma di procrastinazione.
Il punto è che quando sei all’inizio, per definizione, non hai esperienza. E quando non hai esperienza non hai nemmeno prospettiva.
Se domani decidi di metterti a dieta per la prima volta in vita tua ti troverai a dover scegliere tra diete vegetariane, chetogeniche o paleolitiche.
Qual è la scelta perfetta?
Non puoi saperlo. Non hai gli strumenti per deciderlo.
Ti manca la prospettiva da cui poter giudicare le cose.
L’unica cosa sensata che puoi fare è iniziare un percorso e aggiustare il tiro poco alla volta. Devi accumulare esperienza e vedere cosa funziona sul tuo corpo e cosa no.
La scelta perfetta la scopri. Non la scegli.
E per scoprirla devi passare all’azione.
Non ci sono altre strade.
Perché nessuno si prenderà la premura di scoprirlo al posto tuo.
Il problema è che a questo punto, molta gente, aspetta 10 anni prima di fare quel piccolissimo passo che li aiuterebbe ad avere quel minimo di prospettiva in più per capire cosa vorrebbero davvero fare.
Perché nessuno passa all’azione?
Quello che penso è che solitamente manchino 2 cose fondamentali nel processo:
1. Capire qual è la relazione tra input e output
2. Capire qual è il proprio carburante
Relazione tra Output e Input
Se non sai qual è l’output che vuoi ottenere dal tuo lavoro ti mancherà sempre una direzione da seguire.
Ok vuoi aprire un canale YouTube. Questo è l’input.
Ma qual è l’output?
Cosa vuoi ottenere da quella attività?
Vuoi mettere su un’impresa? Allora quale sarà il prodotto?
Se non sai cosa vuoi ottenere allora non saprai mai dove stai andando.
La domanda a cui devi riuscire a rispondere è: cosa vuoi ottenere dalle tue azioni?
Vuoi un lavoro gratificante? Vuoi più soldi? Vuoi più libertà?
Questo è il primo step.
Poi devi capire di quali input hai bisogno per arrivarci. Definisci un percorso che parte da A e arriva a B.
Difficilmente troverai subito gli input corretti. Ma è proprio questo il gioco. Devi raccogliere i feedback del tuo lavoro e aggiustare il tiro giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Quando hai una direzione non c’è nulla che ti blocca dal fare il primo passo,
Il tuo carburante
Come seconda cosa devi capire qual è il tuo carburante.
Ho passato anni a cercare il mio dentro ai libri, ai video o alle storie motivazionali. Ma quello non è un vero carburante. Spesso si tratta solo di masturbazione mentale.
Trovar qualcuno che ti urla addosso DEVI FARLO non è vera motivazione. È solo un modo per ingannare momentaneamente il cervello illudendoci di esser motivati.
Sai qual è stato il mio vero carburante all’inizio?
Il dolore.
Non mi piaceva la mia vita. Non mi piaceva la mia condizione. Non mi piacevano le prospettive che avevo davanti.
Quella è stata la mia benzina.
E la verità è che all’inizio è l’unica cosa su cui puoi davvero appoggiarti. Perché tutto il resto probabilmente farà schifo.
Quando vai in palestra per la prima volta in vita tua fa schifo.
Tu fai schifo.
È faticoso. Hai una mobilità pessima. Passi tutto il tempo a chiederti chi te lo abbia fatto fare.
Il tuo carburante in quel momento è il dolore che provi per il fisico che non ti piace, per la tua salute precaria o per la poca energia che hai ogni giorno.
Poi con il tempo, se avrai costanza, la palestra inizierà a piacerti. Diventerai più forte. E il tuo carburante diventerà la tua passione.
Ma all’inizio devi capire da cosa scappi.
Devi capire cosa ti fa soffrire. E, soprattutto, devi accettare il fatto che per un po’ farai schifo.
E che è normale che sia così.
Una volta un tale mi ha detto: “Il più grande motivatore è la morte e la pistola te lo ricorda”.
Bene, ora ti chiedo: qual è la tua pistola?