Ti sei mai chiesto come ragiona il cervello umano?
Prima di iniziare con l’articolo ti chiedo di guardare un attimo questa foto:

Immagino che nell’esatto momento in cui hai guardato l’immagine tu abbia dedotto automaticamente che si tratta di una persona arrabbiata.
Non solo.
Hai probabilmente anche iniziato a immaginare cosa stesse dicendo questa persona e a raffigurarti un’ipotetica situazione in cui sta avvenendo il fatto.
Ecco, questo è un perfetto esempio di pensiero veloce.
Non hai dovuto analizzare nel dettaglio la foto.
Appena l’hai vista la parte intuitiva del tuo cervello ha fatto sì che tu ti raffigurassi una determinata situazione.
Ora invece guarda questo:
23 x 19
Intuisci subito che si tratta di una moltiplicazione e forse ti sei anche raffigurato un range di possibili risultati.
Di sicuro sai che il risultato non può essere 23.000 come non può essere 120.
La soluzione precisa del calcolo però non ti è subito chiara.
Hai bisogno di eseguire uno sforzo mentale per riuscirci: è un lavoro riflessivo, lento e ordinato.
Questo si chiama pensiero lento. (Se te lo stessi chiedendo il risultato comunque è 437)
Cervello umano: I due sistemi
Questi sono esattamente i due tipi di pensiero che Daniel Kaheneman ha chiamato Sistema 1 e Sistema 2.
• Il Sistema 1 opera in fretta e automaticamente con poco o nessuno sforzo e nessun senso di controllo volontario.
… Il Sistema 2 invece indirizza l’attenzione verso le attività mentali impegnative che richiedono focalizzazione, come i calcoli complessi.
Ecco alcuni esempi di situazioni che riguardano il sistema 1 e situazioni che riguardano il 2:
Sistema 1
• Rispondere a 2 + 2
• Girarsi quando si sente un suono improvviso
• Capire frasi semplici
• Notare che un oggetto è più lontano di un altro
• Guidare la macchina quando non c’è traffico
Sistema 2
• Concentrarsi sulla voce di una particolare persona durante una festa
• Contare quante volte compare la lettera B in una pagina di testo
• Eseguire calcoli complessi
• Controllare l’adeguatezza del nostro comportamento in una situazione sociale
Le azioni del sistema 2 richiedono più attenzione e hanno in parte la capacità di modificare il funzionamento del sistema 1.
Puoi operare tranquillamente diverse azioni semplici come camminare, parlare con un tuo amico e intanto mangiare un gelato.
Ma se dobbiamo compiere un’azione del sistema 2 , come ad esempio 23×19, allora non riusciremo a fare nient’altro in quel momento.
Per capirlo guarda questo video, lo scopo è contare i passaggi che fanno i ragazzi con la maglia bianca, concentrati e prova farlo:
Ci sei riuscito?
Come hai visto questo altro non era che un famoso test sull’attenzione selettiva.
L’attenzione che hai dovuto utilizzare per contare i passaggi (sistema 2) probabilmente ti ha impedito di vedere il gorilla (Sistema 1).
Quando ci concentriamo in un compito che richiede l’attenzione del sistema 2 non riusciamo a prestare attenzione a nient’altro.
Il sistema 1 inoltre molto spesso tende a ingannarci.
Guarda ad esempio questa immagine (illusione di Muller-Lyer):

Il sistema 1 proverà a farti credere che il primo segmento è più lungo del primo quando in realtà sono lunghi uguali.
Una volta che lo sappiamo però, anche se continuiamo a vederli di lunghezze diverse, il sistema 2 ci permette di trarre la giusta conclusione.
Questi errori sistematici sono chiamati Bias, ovvero preconcetti che ricorrono in maniera prevedibile in determinate circostanze.
Un esempio di bias è questo: più un racconto è personale, emotivo o drammatico e più ne veniamo influenzati.
(Per approfondire quest’argomento ti consiglio di leggere quest’articolo: Bias cognitivi: cosa sono e perché sono importanti).
Lo stesso identico contenuto presentato in maniera meno emotiva ci influenzerebbe molto meno.
(Se vuoi saperne di più sui bias ti invito a leggere questo articolo in cui ne parlo in modo più approfondito.)
Purtroppo non sempre è possibile evitare i bias e questo perché spesso il sistema 2 non ha indizi dell’errore.
Ricapitolando abbiamo visto come nel nostro cervello agiscano 2 modalità di pensiero: il sistema 1 che è la parte più intuitiva, che richiede meno sforzo e il sistema 2 che è invece la parte più riflessiva e razionale.
Un test del QI rapidissimo
Nel 2005 lo psicologo Shane Frederick ideò un test del QI composto da sole 3 domande proprio per vedere se venivano affrontati in modo riflessivo o in modo intuitivo (cioè con il sistema 1 o il sistema 2).
Le tre domande in questione sono queste:
1) Problema della mazza e della palla.
Una mazza e una palla insieme costano 1 euro e 10 centesimi. La mazza costa 1 euro in più della palla. Quanto costa la palla?
2) Il problema delle macchine di produzione di oggetti
Se occorrono cinque macchine, per creare cinque oggetti in cinque minuti, quanto tempo impiegherebbero 100 macchine per creare 100 oggetti?
3) Il problema del raddoppiamento della base della ninfea
C’è una ninfea in un lago. Ogni giorno, la base della ninfea raddoppia. Se occorrono 48 giorni affinché la base della ninfea copra l’intero lago, quanto tempo impiegherebbe la ninfea per coprire solo la metà del lago?
Provato a rispondere?
Se sì come hai agito?
Hai dato la risposta intuitiva oppure ti sei fermato a riflettere sul problema?
Il fatto è questo: a tutti noi viene naturale dare la prima risposta intuitiva che gli viene in mente.
Alcune persone però riescono a ignorare l’intuizione ed affrontare il problema in modo razionale (le risposte corrette comunque sono rispettivamente 5 centesimi – 5 minuti – 47 giorni).
Lo studio infatti rivelò che le persone che ottenevano un basso punteggio in questo test erano tutte persone che tendevano a rispondere alle domande in modo intuitivo senza fare lo sforzo di verificare l’esattezza delle intuizioni.
Le persone che seguono l’intuizione senza spirito critico sono tendenzialmente impulsive, impazienti e ansiose di ricevere gratificazioni immediate.
Ora passiamo alle buone notizie.
Se anche tu pensi di avere questo problema sappi che non è una caratteristica fisiologica del tuo cervello che non puoi cambiare.
Semplicemente pare che in alcuni soggetti il Sistema 2 sia più pigro che in altri.
È però necessario allenarsi per capire quando stiamo erroneamente reagendo con l’intuizione anziché con la riflessione.
Bisogna imparare a riconoscere le trappole in cui spesso incorriamo reagendo agli eventi con il sistema 1.
Un bias pericoloso: il meccanismo associativo
Uno dei bias che nasce proprio dalla nostra tendenza ad affidarci al sistema 1 è chiamato Mere Association (Meccanismo associativo).
Secondo questo bias tendiamo ad associare in automatico a uno stimolo sensazioni di piacere o dolore.
Sostanzialmente associamo ad eventi, situazioni o oggetti una sensazione che in realtà non ha nulla a che fare con loro.
Questo è frutto del nostro Sistema 1, associamo questi sentimenti in modo automatico e immediato.
Questa cosa viene usata nel marketing nei modi più disparati.
Ti sei mai chiesto perché le pubblicità dei profumi abbiano quasi sempre al loro interno persone attraenti e sexy?
Semplice, perché così assocerai quel profumo a una sensazione di piacere. La stessa cosa viene fatte con le automobili o anche quando si prendono grossi personaggi dello spettacolo a promuovere i prodotti più disparati.
Niente di nuovo.
Quello però che dobbiamo capire è che spesso compriamo prodotti o investiamo soldi solo perché associamo determinate cose a eventi positivi.
Un altro caso in cui si verifica questo meccanismo è chiamato Sindrome del messaggero Persiano.
Sostanzialmente tendono a non piacerci le persone che ci comunicano cattive notizie anche se non sono loro la causa delle cattive notizie.
Il problema è che questa associazione rischia di incentivare le persone a non comunicarci le cattive notizie ma che ci piaccia o no sono cose con cui dobbiamo fare i conti.
Per evitare di essere vittima del nostro sistema 1 in questi casi dobbiamo sforzarci di usare il sistema 2. Ecco qualche consiglio:
• Valuta le persone per i loro meriti e non perché tendi ad associarle a qualcosa di positivo o negativo.
• Incoraggia le persone (soprattutto i tuoi collaboratori) a dirti subito le cattive notizie
• Se una situazione ti ha causato piacere o dolore in passato non significa che causerà lo stesso stimolo oggi.
• Questo principio può anche essere usato per scopi positivi. Se vogliamo liberarci di una cattiva abitudine dovremmo provare ad associarci un sentimento negativo.
Un altro bias simile a questo è quello che viene chiamato Vividness and Recency (vividezza e attualità).
Vividness and Recency
Secondo questo bias più un’informazione o un’esperienza è drammatica, personale o emozionale e più ne siamo influenzati.
Stalin una volta disse: “Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica.”
Certo è una frase molto forte ma fa riflettere.
Quando ci viene raccontata la morte di una persona dalle tv o dai giornali veniamo coinvolti molto emotivamente.
Quando invece le morti vengono presentate con delle statistiche non proviamo quasi niente.
Le storie fanno emozionare, le statistiche no.
Anche i drammi attirano l’attenzione.
La paura è uno dei catalizzatori più potenti in assoluto.
Spesso sovrastimiamo la probabilità che un evento si verifichi solo perché gli viene data troppa attenzione dai media.
Pensate agli attacchi di squalo.
Ci sono mediamente meno di 100 attacchi l’anno e sul pianeta siamo più di 7 miliardi.
La probabilità di essere vittima di un attacco di squalo è infinitesima. La paura però è molto più grande di quella che abbiamo rispetto ad altri eventi molto più probabili.
Il problema è che l’attenzione mediatica rende i problemi più grandi di quello che realmente sono.
Spesso ci sembra che la frequenza di un evento sia aumentata solo perché ne sentiamo parlare più spesso (quando in realtà solo i dati possono darci una risposta reale).
Immagino che tu sappia bene di cosa parlo.
La stessa cosa si verifica puntualmente per nuove malattie, epidemie o per promuovere le campagne elettorali di qualche partito politico.
Più ci viene raccontata una cosa e più finiamo per venirne sovra-influenzati.
Iniziamo a interpretare le informazioni usando solo il nostro Sistema 1 e ignorando completamente il 2.
Anche questo è un bias pericoloso perché rischia di farci avere una percezione completamente distorta del mondo in cui viviamo. Tieni a mente questi principi:
• I media sfruttano questi bias perché negli eventi drammatici, purtroppo, ci sono soldi.
Valuta le prossime informazioni che sentirai su una nuova epidemia mondiale attraverso i dati e l’analisi e non attraverso l’intuito.
• Non farti sovra-influenzare da un evento solo perché ne si sente parlare spesso.
Impara a distinguere tra informazioni importanti e informazioni inutili.
Non importa se la maggior parte delle persone ne parla, sii autonomo nel decidere dove focalizzare la tua attenzione.
Concludendo
Come abbiamo visto il nostro Sistema 1 spesso tende a ingannarci.
Ricordi l’illusione delle frecce che abbiamo visto a inizio articolo? Ogni volta che stai per prendere una decisione affrettata su qualcosa di importante ricordati di quella foto.
Solo perché intuitivamente una cosa mi sembra in un modo non significa che sia così davvero.
Sii analitico, riflessivo e razionale quando devi analizzare una situazione.
Non valutare le cose con eccessiva fretta o foga.
Se vuoi approfondire quest’argomento ti lascio il link al libro di Daniel Kahneman:
A presto,
Andrea
Ciao Andrea, ho scoperto per caso il tuo blog… ma mi piace come scrivi.
Ho letto PENSIERI LENTI E VELOCI: è interessante, ma molto analitico e non proprio leggero. Devo ammettere che hai riassunto molti dei quei concetti in maniera leggera e comprensibile agli umani: bravo !!
Ciao Mario e grazie del feedback innanzitutto! Sì pensieri lenti e veloci non è un libro leggero (per nulla). Però è uno dei pilastri per chi vuole approfondire il discorso bias ecc…Comunque sì, alcuni concetti chiave ho provato a riassumerli nel modo più comprensivo possibile!